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2024/03/29 - 02:05

Il fratricidio di K.

di Claudio Dettorre

Il sangue di K. insozza le bandiere di ogni ideologia
Cominceremo dalla fine del processo, nell' "ora del
silenzio nelle strade". K. aspetta visite, si
presentano due signori, vecchi attori di infimo
ordine, forse due tenori, con cilindro, guanti e
doppio mento. La loro faccia è nascosta. Se volessimo
dare un volto ai due sicari, di scorcio apparirebbe
Lenin sotto un cilindro. K. muore quando trionfa la
rivoluzione sulle armate bianche. La controrivoluzione
ha vinto. Kafka morirà dopo un terribile inverno in un
ospedale della NEP. Ora Stalin, o forse Trotskij,
gesticola di rivoluzione, dal "fodero appeso a una
cintura legata sopra il panciotto" sfila un coltello
da macellaio, non dominando le parole che sgorgano
contro i bianchi, contro i soviet e contro gli
estremisti. Gli sfugge ancora una "condanna",
l'ultima, il filo del coltello intanto viene esaminato
al chiaro di luna e come un cane K. muore, mentre
qualcuno osservava la scena da una finestra. Chi era?
E l'altro sicario chi era? In sembianze parallele
l'altro era ancora K.? Che assiste, partecipe e compie
l'assassinio della sua parte apparente? Se il suicidio
si presenta come omicidio, mentre getta luce sul
grigiore del mondo kafkiano, si rivela autobiografico.
"Mi uccida altrimenti lei è un omicida" sono le sue
ultime parole. Anche se un fratello giuridicamente non
è mai esistito, lo sanno tutti, chi farà come Kafka
che ha ucciso suo fratello, trucidato al chiarore di
luna? Lui il fratricidio l'ha finalmente compiuto,
"rumore di pantegane schiacciate". La "vescica piena
di sangue" scoppia accoltellata, il sangue sprizza da
ogni lato e annerisce il marciapiede. Ma salita la
nausea, trascinato da un passo leggero, va verso la
sua morte. Ognuno ha il suo Pallas, colui che ti
guarda dalla finestra. K. è stato scoperto, paga il
suo omicidio, che tuttavia gli ha fruttato una
serenità inaccessibile a molti. L'esecutore della
sentenza storica si avvia, scortato, alla sua
esecuzione e il condannato in contumacia è ancora
dentro e fuori di noi. Ancora.

(1975) Pubblicato su Provocazione.


Revision: 2021/01/09 - 23:40 - © Mauro Nervi




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